L’artrosi
è una malattia degenerativa che interessa le articolazioni, essa
provoca lesioni progressive a carico delle cartilagini articolari
determinandone la diminuzione del loro spessore, inoltre colpisce
anche la membrana sinoviale rendendola ipertrofica, iperemica con
presenza di osteofiti, il danneggiamento portato da questa patologia
può arrivare fino all’osso subcondrale ovvero la porzione ossea
sottostante la cartilagine. L’artrosi è la patologie più comune
delle articolazioni, si presenta solitamente intorno ai 30 anni in
modo asintomatico, dai dati statistici emerge che questa patologia
viene diagnosticata con maggior frequenza progressivamente con l’età,
infatti sotto i 45 anni interessa solo il 2-3% della popolazione,
passando al 25-30% nei soggetti di età compresa tra i 45 e i 64,
fino a raggiungere il 60-70% nelle persone in età superiore ai 65
anni, lo stesso vale per il numero di articolazioni colpite dove fino
ai 50 anni il 50% dei pazienti presenta una sola articolazione
interessata dalla patologia, innalzandosi vertiginosamente negli
individui con oltre 70 anni d’età dove la patologia e
poliarticolare nel 60% dei casi. Le articolazioni più interessate
risultano essere in ordine decrescente quelle della colonna
vertebrale, dell’anca, ginocchio, interfalangee distali delle mani
e infine la gleno-omerale tra scapola e omero. Questa patologia viene
suddivisa in due classi: primaria e secondaria.
-Artrosi
primaria: patologia di eziologia non ancora nota, multifattoriale, a
condizionamento genetico di natura metabolica che insorge su
articolazioni sane stravolgendo il loro corretto funzionamento
fisiologico, ovvero quello di disperdere gli stress meccanici. La
cartilagine articolare funziona come una pompa, che tramite il peso
corporeo nelle fasi di carico trasferisce il liquido sinoviale nello
spazio articolare e nella fase di scarico lo riporta a contatto con
la cartilagine, compiendo cosi un’azione iperidratante e nutritiva
per la cartilagine. Se questo non avviene in modo adeguato si
presenta una carenza di proteoglicani e di h2o, presenti nel liquido
in questione fondamentali per la struttura del tessuto cartilagineo,
portando cosi la cartilagine ad un processo di frammentazione delle
fibre collagene e necrosi dei condrociti. Questo malfunzionamento in
primo luogo colpisce la cartilagine che da lucente, liscia, elastica
e umida diviene ruvida, opaca, asciutta e di consistenza molle,
portando la cartilagine a sfaldarsi fino alla completa sparizione
mettendo cosi a nudo l’osso subcondarle. Il tessuto osseo in questa
condizione reagisce con un’iperproduzione di cellule ossee
risultando infine addensato. Anche nelle zone perimetrali, cioè in
quelle non esposte ai sollecitamenti trasmessi dal carico dato dal
peso corporeo questa situazione crea anomalie, infatti il perimetro
della superfici articolari tramite i vasi subcondrali, danno vita ad
un azione volta a controbilanciare la perdita di cartilagine
iniziando una neoproduzione osteocartilaginea, portando alla
produzione di osteofiti marginali (proiezione ossee) modificando cosi
i capi ossei in maniera anomala e portando a vere e proprie
malformazioni. Oltre a queste parti anatomiche anche la capsula
articolare e la cavità sinoviale subiscono delle modifiche, nel caso
della capsula infatti si presenterà ispessita ed edematosa, invece
per quanto riguarda la cavità sinoviale risulterà anch’essa
ispessita ed edematosa ma con segni di flogosi cronica aspecifica.
-Artrosi
secondaria: nell’artrosi secondaria tipicamente risulta essere
presente un fattore predisponente, che ha la funzione di fattore
scatenante della malattia, colpisce a tutte le età e presenta un
percorso patogenico sovrapponibile all’artrosi primaria. I soggetti
colpiti solitamente presentano disturbi legati al sistema endocrino
(ipotiroidismo, acromegalia), patologie ereditarie (displasie),
alterazioni dismetaboliche (diabete, gotta), patologie reumatiche
infiammatorie (artrite reumatoide), oppure come causa scatenante ci
possono essere complicanze meccaniche date dall’eccessivo stress
articolare come nei soggetti obesi, sportivi che svolgono azioni
ripetitive e usuranti oppure da microtraumi, lussazioni e fratture.
L’esordio
dell’artrosi in entrambi i casi citati è generalmente subdolo e
con manifestazione graduale, caratterizzato da dolore e da una
progressiva limitazione dei movimenti articolari. Il dolore
solitamente insorge durante il movimento, precisamente durante
l’inizio dell’escursione e aumenta in base alla sollecitazione
trasmessa dal carico a cui è sottoposta l’articolazione, e
migliora quando essa è messa a riposo. Non esiste alcun trattamento
per far regredire questa patologia, si può però prevenire o
ritardare l’evoluzione, far diminuire il dolore e ripristinare il
normale movimento articolare. Per le artrosi secondarie per esempio è
importante eliminare precocemente tramite una terapia mirata la causa
scatenante, invece per entrambi i tipi di artrosi sin dalla prima
manifestazione è essenziale attuare da subito degli accorgimenti
terapeutici atti a favorire il riposo, come tutori ortopedici,
bastoni canadesi per la deambulazione destinati a diminuire le
sollecitazioni trasmesse dal peso corporeo alle articolazioni. Per
quanto riguarda invece la terapia medica risulta solitamente
costituita dalla prescrizione di antiinfiammatori (fans) deputati a
diminuire il dolore, controllare l’iperemia e l’iperplasia
sinoviale, da infiltrazioni intrarticolari di acido ialuronico con
effetto lubrificante e cortisonici con un buon effetto
antiinfiammatorio. La terapia medica solitamente è affiancata da una
terapia fisica deputata ad alleviare temporaneamente i sintomi,
affiancata da massaggi muscolari che attivando la vascolarizzazione,
aumentano il trofismo muscolare riducono le contratture causate
dall’immobilità dell’arto. Nel caso di artrosi in stato
avanzato, indifferentemente dal fatto che essa sia di natura primaria
o secondaria che va ad interessare le articolazioni dell’anca, del
ginocchio, tibiotarsica e in certi casi anche della spalla e del
gomito, si interviene chirurgicamente con un impianto protesico che
sostituisce l’articolazione.