Prelievo Sangue venoso

Gli esami del sangue sono una tecnica di diagnostica medica che attraverso il prelievo venoso valutano i parametri ematici del paziente evidenziando le condizioni di salute generali.
Il sangue viene prelevato dal paziente e trasferito ad apparecchiature e analizzatori per valutarne la composizione e i fattori che indicano problemi o patologie.

Per esempio , ci permette di:

• Rilevare un’infezione in atto
• Controllare se alcuni organi interni , come fegato e reni ,stanno
funzionando correttamente
• Effettuare controlli mirati in caso di sospette allergie, intolleranze, malattie del metabolismo .

Le analisi del sangue sono un esame veloce e indolore di cui è bene approfittare per ottenere il meglio dal proprio corpo; per questo, almeno una o due volte all’anno, sarebbe bene sottoporsi a esami del sangue per un semplice controllo di routine.
Prima di effettuare gli esami del sangue, è importante sapere anche come ci si prepara.
Generalmente, per un controllo ematico ci si deve presentare al laboratorio di analisi al mattino presto , a digiuno da almeno 8-10 ore soprattutto per
valutare alcuni indicatori come la glicemia o le transaminasi epatiche:
l’introduzione di cibo potrebbe falsarne i risultati.
La notte precedente, si consiglia di consumare una cena leggera , evitando
pietanze ricche di grassi.
Nei giorni precedenti evitare rigorosamente il consumo di bevande alcoliche . Non fumare.
Presentarsi riposati evitando di effettuare gli esami dopo essersi sottoposti a stress o sforzi fisici.
I risultati delle analisi del sangue di routine di solito sono pronti dopo qualche giorno, e per leggerli dovrete considerare i valori normali di riferimento. Tutto ciò che sia fuori norma viene evidenziato. È bene chiedere sempre spiegazioni al proprio medico, portando le analisi ed eventualmente confrontarle con precedenti referti.

ALCUNE Analisi del sangue e i loro valori standard:

Globuli rossi (RBC)

Il valore normale nell’uomo è di 4,5-6 milioni/mm3, nella donna 4-5,5
milioni/mm3;


Globuli bianchi

(WBC) Valori normali sono: da 4.000 a 7.000 per mm3 nella donna e da 5.000 a 8.000 per mm3 nell’uomo.


Ematocrito (Hct)

È la percentuale di parte corpuscolata del sangue (globuli rossi, piastrine e
globuli bianchi). I suoi valori vanno da 37 a 46 nella donna, mentre nell’uomo variano da 42 a 50

Emoglobina (Hgb)

È la proteina che trasporta l’ossigeno ed è presente nei globuli rossi. I valori normali sono da a 14 a 18 (g/l) per l’uomo e da 12 a 16 per la donna.
Volume corpuscolare medio (MCV) – Indica la grandezza dei globuli rossi ed è importante perché serve nella diagnosi delle anemie: i globuli rossi possono essere più piccoli del normale (anemia microcitica) o più grandi (anemia macrocitica).I valori normali vanno da 80 a 100 femtolitri (indicati con fl).


Contenuto emoglobinico corpuscolare medio (MCH)

È la quantità di emoglobina contenuta in media in un globulo rosso. i valori normali vanno da 27 a 34 picogrammi.


Red-cell Distribution Width (RDW)

Misurato in percentuale (da 11 a 16) o in assoluto (da 39 a 50 fl), indica una misura dell’ampiezza della curva dei volumi dei globuli rossi Piastrine (PLT) – sono corpi del sangue senza nucleo, di forma discoidale, che giocano un ruolo essenziale nei processi di coagulazione. Valori normali vanno da 150 a 440 migliaia/microlitro

GLICEMIA:

E’ la concentrazione di zucchero (glucosio) presente nel sangue e in condizioni fisiologiche è strettamente controllata a digiuno ENTRO: 60-99 mg/dl (3.3-5.5 mmol/L)


Gli esami per la funzionalità tiroidea, ghiandola endocrina, situata nella porzione anteriore del collo, riveste un ruolo piuttosto importante nella regolazione del metabolismo energetico:

Tiroxina (T4) totale (TT4) 60 – 150 nmoli/L
Tiroxina (T4) libera (fT4) 10 – 25 pmoli/L
Triiodotironina (T3) totale (TT3) 1,1 – 2,6 nmoli/L
Triiodotironina (T3) libera (fT3) 3,0 – 8,0 pmoli/L
Ormone tireo-stimolante (o tireotropina) (TSH) 0.15 – 3,5 mU/L


PSA totale:

Il test del PSA è un esame usato principalmente come screening per il tumore della prostata, In generale è considerato normale un valore massimo pari a 4.00 ng /ml, ma alcuni autori considerano più corretta una valutazione che tenga conto dell’età.
Colesterolemia è La misura dei livelli di colesterolo:.Attualmente, per soggetti sani, si considerano desiderabili i seguenti valori di colesterolemia:
• Colesterolo totale < 200 mg/dl;
• Colesterolo LDL < 130 mg/dl
Gli eventuali effetti collaterali conseguenti alla venipuntura, sono:
• gonfiore;
• ematoma;
• piccole lesioni;

• infezione nel; punto del prelievo;
• vertigini;
• sincope neurogena


METABOLISMO: GLICEMIA E COLESTEROLO

A proposito di salute generale, il monitoraggio del metabolismo dei glucidi e di quello dei lipidi è fondamentale. Pertanto in un esame del sangue di routine non possono mancare i test che misurano i livelli di glicemia e quelli che analizzano la concentrazione dei grassi, tra cui colesterolo e trigliceridi in particolare. Conoscere questi valori ci permette di capire se siamo a rischio di diabete, nel caso della glicemia, o se abbiamo un rischio cardiovascolare, nel caso di colesterolo e trigliceridi.

Iniziamo dai valori degli zuccheri nel sangue. Il principale indicatore a tal riguardo è la glicemia, che ci dice genericamente quanto glucosio abbiamo nel sangue a digiuno. Tale sostanza viene sintetizzata dall’organismo quando assumiamo alimenti contenenti carboidrati (o glucidi), e serve come fonte di energia.
Se abbiamo una glicemia troppo elevata potrebbe significare che il nostro pancreas non produce abbastanza insulina, ormone preposto al metabolismo glucidico, e che pertanto questi zuccheri anziché essere assimilati, restano in circolo nel sangue provocando danni.
Ecco perché un monitoraggio regolare dei livelli glicemici è importante soprattutto quando vi siano casi di diabete in famiglia, malattia causata da una insufficiente o nulla produzione di insulina (diabete di tipo 1), o dall’incapacità dell’insulina di metabolizzare gli zuccheri presenti nel sangue (diabete di tipo 2).
In ogni caso, i valori normali della glicemia per uomini e donne sono:

• 60-100 mg/dl

Valori inferiori a questo range possono indicare:
• Carenza di zuccheri (dovuta anche semplicemente ad una dieta sbilanciata)

Valori superiori, invece, sono più preoccupanti, ma dipende da quanto eccedano rispetto alla media. In generale, una glicemia misurata a digiuno di poco superiore a 100 (fino a 126), può già indicare problemi nel metabolismo degli zuccheri e quindi un eccesso di questi nel sangue e va monitorata con successive rilevazioni, anche dopo i pasti. In particolare si consiglia un test chiamano “curva da carico orale di glucosio”, che consiste in due prelievi a distanza di un’ora.
Quanto il livello glicemico schizza oltre i 126 mg/dl siamo già di fronte ad un diabete conclamato (se il valore è confermato in almeno due diverse occasioni). Passiamo al metabolismo lipidico, che ci informa sulla quantità di grassi presenti nel nostro sangue.
Sappiamo tutti che un livello eccessivo di colesterolo e trigliceridi può rappresentare un pericolo per la salute del nostro apparato cardiovascolare, favorendo condizioni come l’aterosclerosi, accumulo di grassi lungo le pareti delle arterie che ne diminuiscono il lume interno riducendo l’afflusso di sangue a cuore, cervello o polmoni. Nei casi estremi l’aterosclerosi può sfociare nell’ictus ischemico.
La misurazione del colesterolo è, in genere, triplice. Nello specifico si misurano il colesterolo totale, il colesterolo HDL e il colesterolo LDL, gli ultimi due anche definiti impropriamente e rispettivamente “buono” e “cattivo”.

Vediamo tutti i valori relativi.

Colesterolo totale:
• Valori ideali per uomini e donne: inferiori ai 200 mg/dl di sangue
• Valori che comportano un rischio moderato: fino ai 239 mg/dl

• Valori che comportano un elevato rischio cardiovascolare: superiori a 240 mg/dl

Colesterolo HDL

Viene definito “buono” perché il suo trasporto nel sangue è mediato da lipoproteine ad alta densità, con un basso contenuto di colesterolo.
Valori normali per uomini e donne:

• Superiori ai 35 mg/dl di sangue

Valori inferiori a questa soglia indicano un rischio cardiovascolare tanto maggiore quanto più basso sarà il livello di HDL in rapporto al colesterolo LDL. Tuttavia, bassi valori di HDL sono associati anche ad altre condizioni, tra cui diabete e patologie epatiche o renali.

Colesterolo LDL

Si lega alle proteine a bassa densità, costituite prevalentemente di grasso, pertanto alti livelli di colesterolo LDL, specialmente se associati a bassi valori di HDL, denunciano un eccessivo accumulo di questo lipide nel sangue. Ma, attenzione, il colesterolo non è un nostro “nemico”. Al contrario, gran parte di quello presente nell’organismo è prodotto dall’organismo stesso, ed è compito del fegato occuparsene. Senza grassi le nostre cellule non potrebbero esistere, pensate che buona parte della nostra materia cellulare è appunto costituita da lipidi. Inoltre costituiscono una buona fonte energetica insieme con gli zuccheri.
Quindi non demonizziamo il colesterolo, e se anche ci accorgiamo che i nostri valori sono un po’ fuori standard, proviamo a porvi rimedio in modo naturale, ad esempio con l’alimentazione e un po’ di attività fisica in più. Molto probabilmente riusciremo a ottenere una inversione di tendenza senza dover assumere farmaci. Parlatene con il vostro medico, e valutate in quale misura, in base al vostro profilo clinico generale, un colesterolo un po’ sopra i 200 possa davvero costituire un rischio per il vostro cuore.
Detto questo, precisiamo che i valori ideali del colesterolo LDL (da interpretarsi sempre in rapporto ai due precedenti), sono inferiori ai 130 ml/dl. Livelli molto superiori, ad esempio oltre i 160 mg/dl, sono indicativi di un rischio cardiovascolare serio. Ma… un colesterolo LDL elevato
si può riscontrare anche nei diabetici, in chi soffra di malattie epatiche o renali e nei casi di ipotiroidismo.
L’assunzione prolungata di alcuni farmaci, tra cui i corticosteroidi, può influire sul metabolismo lipidico aumentando i valori del colesterolo totale. Essi aumentano in modo fisiologico anche in gravidanza.


Terminiamo l’approfondimento parlando dei trigliceridi (TG). Sono lipidi diversi dal colesterolo, infatti vengono rilasciati a livello intestinale e circolano nel sangue trasportati da lipoproteine a bassa densità che li depositano nei muscoli o in organi tra cui il cuore perché forniscano loro energia. Ma, come sempre c’è un ma, troppi trigliceridi devono “per forza” essere stipati da qualche parte, e quindi finiscono come riserve di grasso nelle cellule adipose.

Quali sono i valori da non superare?

• Per uomini e donne il range va da 40 a 170 mg/dl

L’elettrocardiogramma (ECG)

L’elettrocardiogramma (ECG) è la registrazione grafica dell’attività elettrica e del ritmo del cuore durante il suo funzionamento .
È un esame diagnostico di facile esecuzione, non doloroso, il quale fornisce
importanti informazioni sullo stato di salute del cuore, consentendo di portare alla luce la presenza di eventuali irregolarità del ritmo cardiaco (aritmie), disordini della vascolarizzazione cardiaca come problemi derivanti dalle coronarie, (le due principali arterie cardiache deputate appunto a fornire di sangue ossigenato il tessuto cardiaco detto miocardio), lo scompenso, insufficienza cardiaca, l’angina pectoris e infarto.
L’esame viene svolto in maniera molto semplice e ha la durata di qualche minuto.
Inizialmente, il paziente viene invitato dal Medico o dall’Infermiere a togliere gli indumenti in modo da scoprire il petto e le caviglie, in seguito viene fatto distendere sul lettino in posizione supina.
Tramite delle piccole ventose ( gli elettrodi), posizionati sulla pelle a livello delle braccia, delle gambe e del torace (precisamente n°6 sul lato sinistro del torace e ulteriori n°4 negli arti ovvero due nei polsi e due nelle caviglie) , i segnali elettrici prodotti dal cuore ad ogni battito sono captati e registrati da una
macchina, l’elettrocardiografo, che li trasforma in un tracciato visibile su un supporto elettronico o cartaceo; alcuni elettrocardiografi forniscono anche il risultato (referto) dell’esame. Esso, tuttavia, deve essere sempre controllato dal medico cardiologo per verificare che non vi siano irregolarità.


L’ECG può essere richiesto dal medico di famiglia, dal cardiologo o da altri
specialisti che sospettino la presenza di un problema a livello cardiaco.
Sardegnassistenza offre visite cardiologiche direttamente a casa vostra
oppure presso l’ambulatorio del cardiologo Dott. Davide Piano.

L’artrite reumatoide

L’artrite reumatoide è una patologia ad eziologia sconosciuta che colpisce tipicamente il sesso femminile, l’esordio solitamente avviene nella terza-quarta decade di vita ed è considerata come una poliartrite infiammatoria cronica che solitamente va a colpire le articolazioni di mani e piedi, in misura minore le altre articolazioni come quella dell’anca e del ginocchio, l’anca è coinvolta in circa il 30-40% dei casi. È una patologia autoimmunitaria, dove il paziente sviluppa degli anticorpi contro i propri componenti tissutali, infatti nel siero dei pazienti con artrite reumatoide il fattore reumatoide è dato da un anticorpo contro le immunoglobuline IgC che unendosi formano un immunocomplesso che va ad accumularsi nella membrana sinoviale, provocando cosi l’infiammazione. L’infiammazione con il passare del tempo trasforma la membrana sinoviale rendendola edematosa ed ispessita, il processo infiammatorio pian piano tende ad estendersi alla cartilagine e alla capsula fino ad arrivare ai tendini e legamenti, aumentando cosi la produzione di liquido sinoviale che a sua volta causa danni alla cartilagine. Quando l’infiammazione diventa cronica si ha la formazione di un tessuto chiamato panno sinoviale, che penetrando nella cartilagine e nell’osso subcondrale porta alla loro distruzione. I sintomi iniziali sono caratterizzati da dolore, tumefazione e rigidità articolare soprattutto al mattino con un generale stato di debolezza e di facile affaticamento. Negli stadi avanzati della patologia invece, il quadro si presenta con una marcata deformità articolare caratterizzata da cute sottile, lucida e muscolatura atrofizzata. Le articolazioni del gomito, dell’anca e del ginocchio presentano inoltre una ridotta escursione articolare. Il trattamento sintomatico è rivolto principalmente alla riduzione del dolore tramite fans, mantenere l’articolarità delle articolazioni colpite e limitare l’insorgenza di deformità. Negli stadi più avanzati invece si possono usare antimalarici, immunosoppressori, e cortisonici. Il trattamento chirurgico invece è rivolto solo agli stadi molto avanzati della patologia, dove la qualità della vita risulta significativamente alterata, in alcuni casi si può effettuare una sino-viectomia esclusivamente nel gomito o nel ginocchio, ovvero asportazione della membrana sinoviale infiammata cercando cosi di limitare l’infiammazione, evitando di farla progredire negli altri segmenti dell’articolazione. Quando invece la condizione delle articolazioni di anca, ginocchio e caviglia colpite risultano completamente sovvertite anche in questo caso si può intervenire sostituendo l’articolazione con una protesi, per permettere nuovamente il movimento con assenza di dolore1

1 Faldini C, Giannini S. Manuale di ortopedia e traumatologia. Torino: Edizione Minerva Medica; 2008 pp 17-28 pp 139-145